Andy Guhl – live acustici del ’77

Andy Guhl
Live acustici del ’77

Questo articolo vuole parlare di due soggetti, la performance di Guhl a The Lift e The Lift stesso. Partiamo dal secondo. In una piccolissima, ma proprio minuscola stanza in Via Marco Aurelio 64 a Milano, insonorizzata e adibita alla registrazione, a volte vengono organizzati dei live musicali di primissima classe. L’unico modo per partecipare è iscriversi alla loro newsletter da cui riceverete orario, indirizzo e richiesta di prenotazione (contributo di 5 euro all’uscita!). Pur essendo in territorio Viale Monza / Via Padova, quindi tra un susseguirsi di ristoranti e baracchini da tutte le parti del mondo (da farsi una scappatella al Norky, pollo e specialità latino-americane), propone un’offerta di molti importanti nomi della scena elettro-acustica e sperimentale. Nella Lift Series sono passati, tanto per fare qualche nome, Alessandro Bosetti, Mark Templeton, Giuseppe Ielasi, Dominique Vaccaro, Luciano Maggiore, Kostis Kilymis, Andrea Belfi, Angélica Castelló, Robert Piotrowicz e Valerio Tricoli.  Attila Faravelli, musicista elettro-acustico e artista sonoro, fondatore del progetto interessantissimo Aural Tools, va lodato per quello che fa. La particolarità dello spazio, che per lui è fondamentale per la propagazione del suono di questi finissimi concerti, lo porta a tenere tutto molto limitato e curato. Passando per cinque porte, le prime due con chiusura automatica (ahimè per chi scrive) e comprimendosi poi in uno spazio minuscolo (si potrebbe dire senza tempo) con altri 20 curiosi, The Lift series permette di portarsi a casa una perla di conoscenza, di arricchirsi ogni volta su creazioni anche impensabili. In un mondo in cui ogni cosa dev’essere monolitico per essere importante, sono situazioni del genere che ti portano ad apprezzare sinceramente le cose. Ricordandole.

Andy Guhl, altra metà del gruppo svizzero di libera improvvisazione elettronica Voice Crack (insieme a Norbert Möslang, 2011 al LUFF) fondato nel ’72 (collaborazioni passate con Gunter Muller, Borbetomagus, Phil Minton, Jim O’ Rourke, Erik M e Carlos Zingaro), ha riproposto un suo set del 1977 intitolato Federstahlblech mit Nasenpfeife e Federphon  insieme ad set elettronico piu’ recente. Detto in modo “semplice”, Guhl crea suoni nuovi processando oggetti mondani qualsiasi (come le luci ad intermittenza delle bici) attraverso suoni magnetici e onde radio. È stato favoloso osservare la sua capacità di gestire e monitorare rumori casuali e suoni, che a volte sembrava potessero sfuggire in fastidiosi feedback scapestrati, riportandoli su binari controllati , come numerosi animali circensi folli tenuti a bada con maestria.

Ora, ci aspetta una serata-video a guardarci “Kick that Habit – Ein tonfilm von Peter Liechti“, cioè un mosaico sonoro del’89 e  “The Instrument” – estratti delle sue performance audio-visuale tra il 1972 e il 2002.
Geil!

http://andy.guhl.net/index.html

http://theliftseries.tumblr.com/

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