L’organico dell’elettronica
Julian Sartorius è batterista e percussionista. Sessanta tra progetti e collaborazioni discografiche all’attivo – tra i quali una ignorantona musicale come me ha potuto solo riconoscere la cover del prossimo album di La Roux e The Book Of Traps And Lessons di Kate Tempest, oltre che gli album dell’artistaH. Ha studiato jazz a Berna e a Lucerna, dove ha avuto come insegnanti Fabian Kuratli, Pierre Favre e Norbert Pfammatter. Sartorius è anche artista multimediale e sono infatti gli objet trouvé e i suoi assemblaggi a divenire parte del suo arsenale di strumenti musicali per performance e installazioni. Una chicca: per il suo ultimo album Hidden Tracks: Basel – Gèneve (Everest Records, 2017) ha suonato degli oggetti che ha trovato durante un hiking di 200 chilometri, registrando il tutto con la propria apparecchiatura sul campo.
Noi di Radio Gwendalyn eravamo andati alla serata del Turba (Lugano) lo scorso sabato 7 marzo per festeggiare i cinque anni del circolo culturale ed assistere a talk e performance che ci avrebbero stupito. Bene, siamo stati ripagati da un set di quasi un’ora – mi pare di ricordare – improvvisato per l’appunto dal nostro Sartorius. A voi l’intervista originale (in English) e di seguito un riassuntino in italiano.
Ci dice che l’improvvisazione è la sua scelta preferita quando si esibisce da solo – poter decidere di abbandonare un piano prefissato non è così scontato quando si suona insieme ad altre persone. Ed è quel che è successo stasera: si è adattato alla situazione, dal bar proveniva molto rumore e quindi ha rinunciato a suonare pezzi più tranquilli e si è messo a improvvisare. Non solo, mi complimento anche per come è riuscito a sfruttare al massimo le caratteristiche della stanza in cui si stava esibendo e mi dice che sì, è successo poiché improvvisando può scegliere quali strumenti si adattano meglio al contesto. Un vantaggio e una sfida: chi suona analizza e reinventa al tempo stesso. Alla domanda “stavi osservando il pubblico” mi risponde che no, non l’ha fatto e non lo fa mai, anzi, cerca di dimenticarsi del pubblico, però lo percepisce – come quando qualcuno ti guarda e tu senti quello sguardo su di te. Magari un giorno lo filmerà, così da farsi un’idea di come reagiscono i suoi ascoltatori. Julian si ispira ai suoi insegnanti e all’elettronica che diventa organica grazie ai suoi strumenti e che poi lo porta a sviluppare beats anche digitali, e di nuovo a riconsiderare l’acustica dilatandone le possibilità soniche. Per lui la musica elettronica è uno step successivo all’organica ma quest’ultima ha un elemento di giocosità unico. Dopo aver tentato di descrivermi il suo strumento preferito (il piatto perforato), e scherzando su come un malandrino potrebbe scambiare il suo shruti box per un laptop rimanendoci poi male una volta aperta la custodia, ci congediamo con le date dei suoi prossimi appuntamenti (tra cui un piccolo tour europeo TBC e recording session a Londra a inizio maggio), che vi riporto qua sotto.
14.3.2020 (QUESTO SABATO REGAZ) | Taktlos Festival, Zürich (CH) Sartorius Point w/ Hans-Peter Pfammatter & Shahzad Ismaily
20.3.2020 | Orbital Garden, Bern (CH) Julian Sartorius & ET|ET: RLLRLRLLRRLRLRLRLLRLRLR
28.3.2020 | Neubad Lucerne (CH) 1st Set: w/ Elio Amberg
28.3.2020 | Neubad, Luzern (CH) 2nd Set: Julian Sartorius & ET|ET: RLLRLRLLRRLRLRLRLLRLRLR
28.3.2020 | Mokka, Thun (CH) w/ Hans-Peter Pfammatter & Patrice Moret
Qui gli indirizzi per contattarlo sui social e sul suo sito web ufficiale https://www.juliansartorius.com/.
https://juliansartorius.bandcamp.com/
https://www.instagram.com/juliansartorius_
https://www.facebook.com/sartoriusjulian
Foto di copertina by Tabea Reusser, courtesy by la sezione download press images dal sito di Sartorius.
Grazie Julian!