Sincope Records – Intervista
A cura di Vasco Viviani
Sincope records appartiene a Massimo.
Oggi, Sincope Records è il massimo, quasi la fine del mondo (maya docet lapsus). La cosa splendida del trafficare nel piccolo mercato discografico sono le conoscenze che si vengono a creare e gli scambi che ne conseguono. Così,un giorno, Old Bicycle Records e Sincope Records si accordarono per uno scambio di materiale,una volta usciti i rispettivi progetti in cantiere. Quel giorno è arrivato, rientrando a casa ho visto un pacchetto inconfondibile, targato Massimo Truculentboy Onza.
Sigaretta,respiro ed un paio di forbici: la gioia di un bambino che vede recapitati i suoi giocattoli preferiti; a questo giro i giocattoli sono i dischi di Ur/Harshcore, Diononesiste, Pale Sister, Tronco, Compoundead, Dao de noize, Justin Marc Lloyd ed i nastri di Vroom, Crystal Plumage e Nodolby.
Abbastanza per addentrarci nell’universo Sincope.
La cosa che colpisce immediatamente è l’esistenza di un “suono Sincope”. Ogni supporto, pur di autori distanti fra loro, sembra essere accomunato da un suono, un brusio, una frequenza che lo unisce agli altri. Ascoltàti uno dopo l’altro danno quella sensazione di continuità che, a mio modesto parere, da’ lustro e competenza ad un’etichetta discografica.
Sincope è, forse, la logica conseguenza dell’esperienza di Massimo con Mastro Titta Produzioni, label che produsse in tempi recenti molta buona musica, ma questa è un’altra storia…
Sincope è, secondo Wikipedia, una disambiguazione a cinque braccia…
Sincope è, Sincope è, Sincope è meglio chiedere direttamente a Massimo.
Ciao Massimo, grazie di aver accettato questa piccola intervista…ricordo di averti “scoperto” su Facebook, tramite amici comuni. Sfogliando il tuo catalogo ho poi trovato molto nomi di artisti che considero “a botta sicura”, gente che quando incide raramente sbaglia, tipo Brusaschetto, Rocchetti, Ferraris, Sigurtá…poi ho letto la bella intervista rilasciata a Sodapop ed infine ho ricevuto il pacchetto di primizie sonore che sto consumando.
Ora lo chiedo direttamente a te, cos’è sincope? E,di conseguenza, cos’è Sincope Records?
Mi piace molto che al sentire la parola sincope la percezione immediata sia quella di pensare ad uno shock improvviso. E’ molto bello poi che questa parola abbia dei risvolti di significato sia in musica che in metrica. Indica in qualche modo una discontinuità. Sincope ha questo nome per evocare il senso di shock che a volte si può avere prendendo coscienza del reale e la discontinuità da un modo di vedere corrente e standardizzato. Mi piacciono molto le parole evocative e le sensazioni improvvise che danno. Mi è sempre piaciuta molto la parola sincope per questi motivi.
Nel dettaglio Sincope è un’etichetta DIY che si occupa per lo più di musica sperimentale e in parte di punk hard core e di suoni storti. Fare un’etichetta e decidere di fare delle uscite vuol dire esprimere in modo forte la propria visione culturale e politica su questi argomenti, E’ una cosa impegnativa e impegnata per questo amo definire sincope un’etichetta avant-core. Sono molto interessato all’espressione umana in diverse forme, che poi sarebbe la condizione primordiale del punk, e mi piace che questa visione sia impegnata e critica. Sono molto attratto dall’usare argomenti e caratteristiche di questo tipo per leggere in qualche modo il presente, che è sempre qualcosa di complesso e pieno di significati, difficilmente declinabile in una sola sfaccettatura.
Cosa è cambiato tra Mastro Titta Produzioni e Sincope? E Mamma mia quanto sangue? Con cosa sei attivo al momento?
MTP è stato il mio primo modo per partecipare all’uscita di dischi che mi piacciono molto. E’ stata davvero una grande esperienza per me, il primo modo che ho avuto per sostenere alcune produzioni e per far uscire dischi che giudico ancora molto interessanti. Per citarne qualcuno ti direi Sumo, Arsenico, ¼ Morto, Nodolby… Il suono portante di MTP era il punk hard core e poi si sono cominciate ad aggiungere anche produzioni noise harsh drone con il crescere del mio interesse per questo genere. Per lo più si basava su coproduzioni allargate.Tuttavia ho sentito sempre più la necessità di esprimermi in modo più diretto e più in prima persona, di prendermi più responsabilità per ogni singola uscita, e di avere un rapporto più diretto con il singolo musicista o gruppo, dal discutere della grafica al contenuto fino al concetto del disco. Per questo è nata Sincope. Le cose in questo modo per me hanno molto più senso. Devo dirti che di quello che ho fatto con MTP sono molto soddisfatto, ho avuto modo di partecipare a dischi molto interessanti e nei quali ho creduto, credo tutt’ora e che ancora ascolto molto. Tuttavia alcune uscite di MTP mi hanno fatto riflettere meglio sui formati intrapresi e su quello che volevo dal fare un’etichetta. Per questo si è fermata MTP ed è nata sincope. In effetti è un po’ il seguito del discorso intrapreso con MTP, solo in modo più cosciente e consapevole. Alcuni nomi che trovavi su MTP puoi ritrovarli su Sincope. In un certo senso poi il baricentro si è spostato di più verso la musica sperimentale.
Mammamiaquantosangue è stato l’inizio di tutto. Proseguiva il discorso di una precendente fanzine hard core che facevo con la mia ragazza dell’epoca Empty Zine. MMQS oltre ad essere una fanzine cartacea è stata anche un sito per qualche anno. Sia sulle pagine che sul web ho cercato di far girare i concetti che mi porto dietro da anni oramai e che ho cercato di mettere in pratica sia con le etichette sia con i gruppi. In qualche modo con MMQS mi sono concentrato anche sull’ironia che può esserci in un certo tipo di scena. Le fanzine sono un mezzo molto interessante per far circolare idee e visioni. Anche con MMQS ho sempre cercato una certa diversità musicale e di dare visibilità alle forme espressive che a primo vista non sarebbero definite punk per il suono ma che a volte lo sono per attitudine molto più di altre cose. Mi piace andare alla ricerca del punk hard core in tutte le sue declinazioni di cui la musica non è il concetto fondamentale. Sto preparando un nuovo numero da anni ormai, mi sono rimaste delle interviste da fare e sarà un numero ad hoc che si incentrerà in maniera più decisa su alcuni argomenti che sono stati un po’ il leit motiv di MMQS. Quindi aspettatevi il numero tre ed alcune persone a cui lo avevo detto si aspettino di ricevere le mie domande.
In prima persona suoni anche nei Tronco e nei Compoundead…il fatto di avere un gruppo è la conseguenza di essere un “label-master” o hai un’etichetta come legittima prosecuzione dei tuoi progetti musicali?
Tronco e Compoundead sono due gruppi a cui sono legatissimo. Due situazioni in cui esprimo in alcune delle cose che mi piacciono di più fare.
Nei tronco sfogo la mia passione per il post punk core. Era un duo composto da me alla chitarra e voce e un mio amico alla batteria. Purtroppo è un progetto che si è fermato per un bel po’ visto che il batterista ha preferito abbandonare la cosa per mancanza di tempo. Tuttavia sto cercando di organizzarmi per provare con un nuovo batterista così da registrare finalmente molti pezzi che sono rimasti in sospeso e un bel po’ di cose nuove su cui sto lavorando.
Compoundead invece è un duo noise drone che condivido con mia sorella Mara oramai da cinque anni. Da poco è uscito “cutting your certainty” il nostro ultimo cdr. Attualmente stiamo lavorando a nuovo materiale per nuove uscite tra cui un disco che stiamo studiando da un po’ e che cercheremo di registrare e produrre il prima possibile. E poi speriamo al più presto di tornare a suonare dal vivo sempre di più, visto una dimensione che ci piace molto.
Oltre questo porto avanti anche altre cose da solo come Wound, in cui mi dedico al drone e suoni scuri e in modo più estemporaneo Monde Brutal con cui faccio impro guitar noise molto rumoroso. E poi sono coinvolto in collaborazioni ed altri gruppi di cui uscirà qualcosa entro l’anno.
Tornando al concetto della tua domanda trovo che il suonare e il fare l’etichetta non sono argomenti legati in modo diretto. In un certo senso potrebbero essere indipendenti. La cosa che li unisce sono i concetti che sono alla base sia dell’etichetta che dei gruppi. Nelle cose in cui sono coinvolto musicalmente in prima persona c’è praticamente lo stesso spirito che sottende sincope e viceversa. Suonare è sempre esprimere se stessi solo in un altro modo ancora rispetto al far uscire dischi. A volte le due cose si uniscono, ma non credo sia l’unica possibilità. Essendo i concetti complessi ci sono diversi modi per esprimerli e allo stesso tempo studiarli e approfondirli. Ci provo un po’ in tutti modi o almeno faccio quello che posso.
In Italia negli ultimi anni si è sviluppata la co-produzione come leit motiv per parecchi dischi…che ne pensi? So che con MTP partecipasti a Tutto Bano degli X-mary…che esperienza hai avuto?
Penso che la coproduzione sia un modo molto interessante di mettere in contatto molte persone per far uscire un disco. Ci sono stati dischi coprodotti da moltissime etichette a cui ho partecipato. Tutto Bano è stata un‘esperienza di questo tipo. E’ un disco che mi piace molto, è stato bello parteciparvi, sono riuscito anche ad organizzare una serata dalle mie parti per gli X-mary. Trovo che siano musicisti molto competenti e creativi e che abbiano un linguaggio molto personale. Dal vivo sono una forza. Quel disco ha coinvolto molte persone ed etichette che di base si occupavano anche di suoni diversi l’una dall’altra. Credo che in alcuni casi come questo la coproduzione allargata sia utile, per lo meno finalizzata al singolo progetto. Il limite di un’operazione del genere è sicuramente quello delle dispersione e quello di avere meno controllo sull’uscita. Con alcune delle persone con cui ho coprodotto quel disco ho avuto successivamente molto poco a che fare così come con i gruppi che produci in questo modo a volte mantieni un contatto più debole che con un gruppo con cui collabori singolarmente e in modo diretto come etichetta. E questo è dovuto soprattutto alle distanze geografiche al grande numero delle persone coinvolte, al tempo che ognuno ovviamente deve impegnare nel suo proprio discorso personale. Resta un metodo valido in alcuni casi ma il limite vero è quello di rischiare di trascurare lo scambio umano e di finalizzarlo al tempo di un singolo disco.
Credo che in alcuni determinati momenti la coproduzione per così dire allargata sia una cosa interessante Tuttavia ho sentito sempre più la necessità di prendermi in prima persona la responsabilità su quello che faccio, di avere più controllo e di vivermi ogni singola uscita nel modo più intenso possibile. Per questo mi sembra più efficace e soddisfacente prendermi interamente la responsabilità di fare un disco oppure fare una coproduzione ristretta a poche etichette con una certa affinità di vedute, di suono e in cui ci sia un più intenso scambio umano e collaborativo. C’è da dire comunque che in tutti i dischi a cui ho partecipato in parte le persone coinvolte sono quelle che conosco da anni e con cui mi scrivo dai tempi di mammammiquantosangue. Conoscenze e amicizie che si sono consolidate negli anni. Gente con cui ci si rispetta insomma e con cui abbiamo condiviso più di qualche disco.
E degli scambi fra etichette invece che ne pensi? Io trovo sia un bel modo di venire a conoscenza di materiale che,probabilmente, non ricercherei spontaneamente…fai spesso uso di questo sistema? Trovi sia funzionale alla conoscenza reciproca ed al far girare materiale oppure è una pratica che non usi abitualmente?
Lo scambio lo trovo una cosa interessante. Certo non sempre si può fare con tutti perché ha un costo quindi di solito è meglio scambiare con cose affini o naturalmente sfare cambi più grandi con etichette di cui in qualche modo si apprezzano molto le uscite e la visione. Mi piace molto anche scambiare tra musicisti con cui c’è stima reciproca. Poi lo scambio è un buon modo per conoscere persone con cui si è sulla stessa lunghezza d’onda o anche persone diverse con cui in questo modo ci si può confrontare. In questo modo ovviamente si possono far girare dischi in cui si crede. Cose che non hanno una distribuzione ufficiale possono essere trovate ugualmente in qualsiasi parte del globo oramai. Quando si può fare scambio molto volentieri.
Con che musicisti o label trovi affinità in Italia, oltre a quelli che produci su Sincope? Trovi che esista una scena italiana chiamamola…noise/dark/ambient…anzi non chiamiamola affatto…cosa c’è di bello in Italia al momento?
Poso dirti che mi sento molto fortunato, visto che con quasi tutti quelli che ho sempre seguito e stimato sono finito per collaborare con l’etichetta. I nomi che trovi su Sincope sono anche parte delle cose che apprezzo di più della scena nostrana.
Penso sia un po’ riduttivo tuttavia definire una scena noise dark ambient distaccata da una scena più larga. A volte hanno molte più cose in comune un gruppo hard core e un gruppo noise che situazioni che a prima vista hanno molto più affinità sul lato prettamente sonoro. Certo non amo il punto di vista “pop” che cerca di imboccare l’ascoltatore e vede il pubblico come dei semplici compratori o fans, quindi quando parlo di scena mi riferisco sempre ad una scena che rifiuta questa visione. Nel dettaglio ci sono molte cose interessanti in Italia e sarebbe difficile parlare di tutte, dovrei farti davvero tanti nomi non riuscendo a limitarmi ad un ambito definibile solamente sperimentale.
Riducendo ai primi che mi vengono in mente, mi piace molto la DOKURO di no dolby, la Sometimes Records, che ha fatto uscire alcune ristampe fondamentali, la defunta Barlamuerte, che è stata una vera e propria ispirazione per me, la Deny Everything che ha una sterminata distro di fanzine, la Donna Bavosa, la S.O.A., la Wallace. Poi come musicisti oltre a quelli con cui ho avuto la possibilità di collaborare, mi piacciono molto gli Ovo, Lilirefrain, Bachi da Pietra, Alos, Ioioi, Marnero, Xabier Iriondo, Si Non Sedes Is, Luminace Ratio, Father Murphy… potrei non finire più, anche qui…
Che rapporto hai con le radio? Hai mai spedito del tuo materiale? Conosci qualche stazione, terrena o in rete,aderente alle tue sonorità?
Qualche anno fa Marco un nostro amico invitò i Compoundead a partecipare al suo programma Volunteers che faceva per una piccola radio locale. Fu un’esperienza eccezionale e molto stimolante. Mandammo alcuni dei pezzi che ci piacevano di più come Kina, Wolf Eyes, Daniele Brusaschetto, Xiu Xiu, Teatro Satanico, Cazzodio e facemmo anche una session dal vivo di mezz’ora. E’ una cosa che mi sarebbe sempre piaciuto rifare. Mi piacerebbe prima o poi riuscire ad avere quella registrazione. Ci divertimmo davvero come dei pazzi.
In generale trovo il mezzo radiofonico molto efficace e appassionante. Negli ultimi tempi tuttavia ho ascoltato meno la radio. Non ho mai spedito materiale ad una radio ma non per scelta o per qualche motivo in particolare, semplicemente non l’ho fatto, ho un po’ trascurato questo settore che in realtà continua a piacermi molto. Ascoltavo alcuni programmi che parlavano di punk hard core e di industrial e sperimentazioni varie su Radio Onda Rossa e su radio Blackout. Soprattutto mi piace che le radio indipendenti riescono ad avere una libertà prossima a quella del fare una fanzine e riescono a stabilire un coinvolgimento molto forte con l’ascoltatore. Da poco ho ripreso a riascoltare qualcosa visto che con internet puoi farlo con molta facilità. Ci sono anche diversi podcast interessanti in rete. Quando ho tempo ogni tanto ascolto Battiti su RadioTre.
E poi fammi citare un programma a cui sono stato molto affezionato e che per me è stato molto formativo, visto che ero un bimbo, ovvero PLANET ROCK su radio due nei primi anni 90. Era davvero spettacolare avere su una radio nazionale un programma del genere dedicato alla musica alternativa, quando la parola alternativa aveva un forte e reale senso di diversità di approccio alla musica. Era un appuntamento fisso tutte le sere.
Mi piacerebbe riuscire a dedicare più tempo all’ascolto radiofonico. E anche mandare delle cose di Sincope che mi piacerebbe far sentire in radio sarebbe molto interessante. E’ un po’ che ci penso.
Per finire. Che succederà a Sincope nel 2013 e, cosa salvi musicalmente e culturalmente di questo 2012?
Sincope ha diverse uscite in cantiere. Gryzzly Imploded, impro con due chitarre e batteria, poi manipolazioni di vinili a cura di Martin Steinebach, Vetro un giovane trio dalle mie parti dedito al post core in chiave ebullition/dischord, MONOISE impro noise psicotica e se tutto va in porto anche un paio di belle soprese di cui parlerò più in là. Poi ci saranno alcune uscite di cose che mi riguarderanno personalmente come Compoundead, Wound, Monde Brutal e un alcune collaborazioni che spero vadano per il verso giusto. E ovviamente ci sono alcuni musicisti con cui mi piacerebbe collaborare e altri che in qualche modo spero continuino a collaborare con Sincope. Non resta che incrociare le dita e darci dentro!
Quest’anno sono usciti diversi dischi interessanti e ci sono stati diversi bei festival in giro a cui purtroppo ho partecipato poco. Mi è piaciuto molto il disco nuovo di Jason Lescalleet, quello di Aaron Dilloway, poi l’ultimo The Men l’ho trovato spettacolare, e ancora Neptunes, Bob Mould, Lee Ranaldo e i Godspeed You Black Emperor che sono tornati con un lavoro spettacolare. In Italia poi sono usciti Father Murphy, Ronin, Daniele Brusaschetto, Alos, Makhno, Ninos Du Brasil, tutti dischi davvero notevoli.
Grazie mille per la disponibilità e l’attenzione Massimo.
Grazie mille a te per il supporto e l’interesse per quello che faccio.
PS: il prossimo autunno un altro scambio?
Certo! Aggiriamo la dogana però! 😀