CAMILLA SPARKSSS – FOR YOU THE WILD
Camilla Sparksss – For You The Wild
On The Camper Records
A cura di Fango Bianco
Camilla Sparksss è Barbara Lehnhoff.
Barbara Lehnhoff è anche parte di Peter Kernel.
Peter Kernel è parte di On the Camper.
Camilla Sparksss è qualcosa di più di un semplice side project, bensì un progetto giunto alla maturità con questo esordio lungo che racchiude i sei pezzi dei precedenti ep ( ep #1, ep #2, ep #3) integrandoli con quattro pezzi nuovi di zecca e che esce appunto per On the Camper e per la transalpina African Tape.
La musica sembra facilissima da descrivere: roba elettro/robotica sotto e voce femminea bella tirata sopra. Istintivamente il ricordo va a qualche anno fa quando cose del genere ebbero il proprio momento di successo: cose tipo Fischerspooner, Miss Kittin & The Hacker e Peaches.
Avete presente? Bene, dimenticatele subito.
Qui il sentore è diverso, Camilla/Barbara , coadiuvata da Aris Bassetti, guida con maestria ed il piglio giusto il percorso del disco e riesce ad unire elementi diversi forgiandoli a dovere.
Partiamo dalla fine quando nei cinque minuti di White Cat lascia che siano gli archi a creare un tappeto melanconico spezzandoli con tremori e bassi, facendo poi entrare il piano, per un pezzo che sembra Kurt Weil e Satie a suonare nell’afterhours di un rave, quando ormai tutti se ne sono andati e gli addetti alle pulizie si concedono una sigaretta.
L’album è costruito alla perfezione, inizia in sordina e quando entrano i synth oramai sei fatto, muovi il piedino che è una bellezza, Camilla urla bassa, come se stesse suonando tre stanze più in là e tu allunghi le orecchie per non perdere il ritmo. I pezzi hanno sostanza e sono in rampa di lancio: i suoni sono quelli di una trentina di anni fa e se qualcuno dovesse cimentarsi con il remake delle avventure di Axel Foley andrebbe sul sicuro, ascoltando Precious People e scegliendola come responsabile della colonna sonora. Avanzando però l’atmosfera si carica di tensione ed in Europe si scendono i gradini verso l’oscuro, quasi fossimo all’entrata del Rectum di Gaspar Noé memoria. This Is Huge segue a ruota, con bassi amniotici e voce suadente e maligna. Sharing è corruzione di minori, roba da City of Ghosts cambogiana senza Matt Dillon. For You The Wild va via in sordina ed apre le porte a You Are Awesome, urla e synth dove si suda sotto un palco come la canadese citata più sopra. Killer crea atmosfera ed abbassa il climax, svuotando la sala, ormai lurida e lasciando gli ultimi intimi all’interno ad ascoltare le urla. La serata è finita, attaccano le pulizie e ci si chiede giustamente, cosa ci facciano quei due anziani sul palco e quel gatto, bianco ad inizio serata, a strusciarsi su tutto.
Qualche domanda a Barbara Lehnhoff:
Ascoltando il disco e gli ep precedenti appare chiaro come Camilla Sparksss non sia un side project propriamente inteso ma un progetto sul quale hai investito molto. Qual’è stata la molla che ti ha portato verso questa tangente?
È vero, io lo chiamo side project, ma in poco tempo è diventato un progetto importante che mi prende tempo tanto quanto Peter Kernel. Camilla Sparksss nasce in quei momenti a volte noiosi di load/unload il furgone con Peter Kernel. Verso la fine di tour un po’ lunghi non hai più né la voglia né la forza di ricaricare il furgone alle 3 di notte. Soprattutto quando ti porti dietro un Ampeg 8×10. Ecco, in quei momenti più volte ho parlato con Aris che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa di più semplice e livello di strumentazione. All’inizio lui mi rispondeva “sì, sì, dai spostati che carico il mio ampli…” poi c’è stato un momento dove ci siamo resi conto che avere un batterista è bellissimo, ma è anche molto complicato. E lì ci siamo detti che era il momento di provare a fare qualcosa di diverso. Anche perché i nostri ascolti erano e sono molto variegati e ogni tanto avremmo voluto sperimentare cose elettroniche a nome di Peter Kernel, ma poi avevamo paura che la gente rimanesse confusa. Sarebbe stato troppo strano fare uscire un disco come “For You The Wild” a nome di Peter Kernel. Quindi abbiamo pensato di regalargli una sorellina. Solo che né io né Aris non sapevamo nulla di software per fare musica o per registrarla… E credo che gran parte del merito di aver portato avanti il progetto fino a questo punto vada alla nostra testardaggine. Oramai dovevamo riuscirci, abbiamo scoperto che scrivere musica elettronica era divertentissimo e molto diverso come approccio; e ci siamo anche resi conto che ci permetteva di esprimere in modo molto più immediato e chiaro alcune cose che sentivamo di dover “dire” o “fare” musicalmente parlando.
I suoni sono molto cinematografici ed alcuni pezzi mi hanno riportato a diverse pellicole. Se ti dico Beverly Hills Cop, Irreversible e City of Ghosts che mi dici a proposito?
Beh può starci. Nel disco ci sono pezzi molto diversi tra loro, ed è interessante che ognuno ci vede il film che vuole. Però ci sono due canzoni che sono state scritte proprio per sonorizzare due scene di film. Nell’ottobre 2013 sono stata chiamata al Centre Culturel Suisse di Parigi per una performance insieme ad Al Comet (Young Gods), Steve O’Malley (Sunn O))) e altri. Dovevamo suonare dal vivo la musica che avevamo scritto le due scene che ci hanno proposto quelli del progetto. A me avevano proposto quella di Apocalypse Now degli elicotteri del tenente colonnello Kilgore all’attacco del villaggio controllato dai vietcong e per quella scena ho scritto la musica di quella che poi è diventata “White Cat”; mentre “Killer” è stata scritta per una scena presa dal film Chungking Express.
Come ha risposto il pubblico dei peter kernel, per i quali sei principalmente conosciuta, a Camilla Sparksss? Ti hanno seguita pur su ambiti molto diversi oppure c’è stata una scissione?
Bella domanda… credo che molti seguano il lavoro che faccio con Aris al di là del genere di musica, e ovviamente questo ci fa moltissimo piacere e ci da molta forza. Poi sicuramente c’è chi storce il naso, e ci sta. Alla fine CSSS e PK arrivano dalle stesse persone ma possono sembrare molto diversi. Per noi sono solo un altro aspetto del nostro immaginario, ma ci rendiamo conto che a uno può piacere tanto Camilla Sparksss e per nulla Peter Kernel e viceversa. Ribadisco: ci sta.
Com’è nata White Cat? Si distacca dal resto del disco e nello stesso modo ne è la degna chiusura… cos’è successo?
Come detto, White Cat è nata per sonorizzare quella scena di Apocalypse Now, poi però mi spiaceva metterla da parte. Quindi ci abbiamo lavorato sopra ancora un po’ e alla fine l’ho dedicata al mio gatto bianco che è scomparso e che mi manca tanto.
For you the wild. Chi è You?
You è proprio You, tu Vasco, tu Giulia, voi coro delle alpi, voi squadra di calcio, voi amici, voi nemici, tu mamma, tu papà… You.