Evviva ne è morto un altro
Evviva ne è morto un altro
di Gwen
Ogni volta che muore un’artista che ha contribuito alla storia della musica le radio improvvisamente si permettono dei speciali su di lui o su di lei. Per una settimanella si prendono in lusso di inserire in rotazione alcuni dei loro brani. È l’ipocrisia radiofonica. È la codardia dei dirigenti artistici delle radio. È il modo dell’ignorante industria commerciale di massa di fare bella faccia con il talento e l’arte dei poveri. All’improvviso tutti elogiano Kurt Cobain, The Rolling Stones, The Beatles, Joy Division. Eppure in radio questi non si sentono mai. E se passano, è Smells like teen spirit, Satisfaction, (quando mai si sono sentiti i Beatles?!), Control.
Finito il breve lutto, si torna al solito mucchio di merda offerto dalle flebili radio senza spirito né coraggio né grandeur. La popolazione è contenta perché è ignorante. I bambinetti 5 seconds of Summer hanno 10 volte più visite in un mese dei Ramones in 5 anni.
L’artista sconosciuto che fa la nuova storia lo si lascerà morire per poterlo elogiare e produrre un best of in cofanetto a natale.