Maurizio Abate – A Way To Nowhere

maurizio-abate--a-way-to-nowhere-2014

Maurizio Abate – A Way To Nowhere
(Boring Machines – Black Sweat)
boringmachines.bandcamp.com
blacksweat.bandcamp.com
A cura di Fango Bianco

 

Coniglio recensione 4

Il mood d’entrata di questo disco di Maurizio Abate è placido ed avvolgente… i suoni sono dilatati in una nebbia sonora che cela limpidezza d’intenti e rifrazioni colorate e cristalline ad ogni sguardo. Il suono è caldo e pastoso e le parti vocali sembrano quelle di un’odalisca avvolta dalla nebbia dei ricordi, o forse è una sirena ammaliatrice? C’è qualcosa di arcaico ed una nota ansiogena che rende l’ascoltatore presagire qualcosa… un’esplosione, un picco, un non so che, che non arriva ma si scioglie in una sporcizia prima di salire ai piani alti, sempre più lontano, Into the Void
Silent Trees chiarisce da che parte stiamo andando: l’aria è mistica come quella respirata da Bruce Palmer e colma di umidità. La voce (che suppongo essere quella di Be My Delay) fa viaggiare lievemente ed il tutto crea un humus rilassante e placido. In Towards the Outside c’è Aldous Huxley che parlotta ed una chitarra blues che spinge per salire in superfice, scalfendo l’armonia che smette di essere tale e fa salire i battiti. Ma è solo un momento, che si gira il disco e parte il lato B. Si riparte da Shiva’s Breath, dove la chitarra diventa protagonista, lisergica e tranquilla, a capo di tutto. Se questo è il respiro di Shiva vorrei vederlo in una corsetta per poterlo sentire malmenare un pochino lo strumento. È una traccia desolata che apre gli spazi, fino a rendere le immagini vivide sullo sfondo. Il suono è splendido.
Land of Thoughts è puro viaggio in solitaria, psichedelia che parte mansueta e ti trasporta altrove. Parte mansueta perché col passare di minuti (e son 14 a questo giro…) il tutto prende corpo e spessore e seguita così, dritta, come su una strada ferrata. Dal vivo ed a volume stordente assicura vento fra i capelli e sorriso stampato in faccia. Chiude Rising Sun Blues, versione Abatiana del celebre pezzo folk.

Qui la casa sembra però essere stata rasa al suolo, ed il suono che sentiamo è quello del vento sulle macerie. Non c’è né il ragazzo né la ragazza a raccontare la triste storia. Qui si arriva dopo, si è già nel peccato e nella miseria e non possiamo fare altro che osservare lo sfacelo.

A way to nowhere è un disco che cresce con gli ascolti e con le tracce: inizia quasi in sordina con un lato A che introduce gli ambienti ed un lato B che li spreme fino alla morte. È stato registrato in una casa solitaria in montagna, voglio credere che i passanti si siano accorti di quel che stava accadendo e si siano seduti in silenzio, percorrendo con la mente una strada che non porta in nessun luogo.