Tosti ‘sti testi ‒ Puntata #08 ‒ Tracy Chapman

 

Tosti ‘sti testi – Quando scatta l’ora di gettare uno sguardo ai testi delle canzoni

a cura di Seba Marvin

La nuova stagione di Tosti ‘sti testi si apre con una delle più grandi singer-songwriter statunitensi, quella Tracy Chapman che si è fatta voce di ben più di una generazione di donne afroamericane. Quale miglior occasione allora per parlare, oltre che della sua musica, di temi quali l’identità o il senso d’appartenenza, ma anche delle sfide che le minoranze (numeriche o culturali che siano) sono costrette ad affrontare per affermarsi o, più semplicemente, guadagnarsi un proprio posto nel mondo?

Ma non fidatavi delle mie parole. Se nonostante tutto non siete convinti dell’enormità della sua caratura, sappiate che il giornalista Robin Denselow sul Guardian l’ha definita «the one black American performer to have mixed soft-rock balladry with angry lyrics and brought issues of politics and race to the concert hall in such a disarming fashion», ovvero la più rappresentativa artista dell’America nera ad aver saputo miscelare ballate soft-rock a testi feroci e ad aver portato in maniera così disarmante questioni politiche e razziali nelle sale da concerto.

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Playlist:

  1. Tracy Chapman ‒ Fast Car (Tracy Chapman, 1988)
  2. Tracy Chapman ‒ Talkin’ ’bout a Revolution (live) (Let it Rain ‒ Tour Edition, 2002)
  3. Tracy Chapman ‒ America (Where You live, 2005)
  4. Simon & Garfunkel ‒ America (live) (The Concert in Central Park, 1981)
  5. DjeuhDjoah & Lieutenant Nicholson ‒ Banale Historie (Remets t’es qui?, 2016)
  6. Tracy Chapman ‒ You’re the One (Let it Rain, 2002)
  7. Tracy Chapman ‒ Change (Where You Live, 2005)
  8. Tracy Chapman ‒ Give Me One Reason (live) (Let it Rain ‒ Tour Edition, 2002)
  9. Tracy Chapman ‒ Baby Can I Hold You (Tracy Chapman, 1988)

Oltre alla musica, si è parlato anche di Amandla! di Lee Hirsch, un documentario sul ruolo che ha giocato la musica nella lotta all’Apartheid, che vale sicuramente una visione.