Tramando Cesare Lucchini

Tramando Cesare Lucchini.

Quattro sguardi sonori su Cesare Lucchini in occasione della sua mostra “La terra trema” presso il Museo d’Arte di Mendrisio.
Sostenuto da Swissperform, FSRC, Oertli Stiftung, Museo d’arte di Mendrisio. 

https://museo.mendrisio.ch/ 

In occasione della mostra su Cesare Lucchini “La terra trema”, quattro drammaturghe e drammaturghi svizzeri e italiani (Anne Haug, Tito Bosia, Joséphine Bohr, Matteo Luoni) hanno scritto incontrato il pittore nel suo studio a Lugano, in momenti diversi. L’incontro – una conversazione, un’intervista, un’indagine, è stato registrato e ha costituito la base creativa di una scrittura specifica, che ha voluto coglie l’opera e la vita del pittore sotto diverse sfaccettature. Il dato di provenienza geografica di ciascun/a autore/autrice teatrale coinvolta e la loro storia professionale “nomade”, tra diverse città e paesi, è diventato il punto di incontro generatore di quattro drammaturgie testuali e sonore: al centro, come nelle grande tele in mostra a Mendrisio, quattro diversi paesaggi umani, persi tra trascendenza e immanenza, questa volta non più fatti di pigmento e materia, bensì di parole, suoni e voci.

Le storie sono state registrate per essere trasmesse in radio e per essere inscenate sotto forma di una installazione sonora al Museo d’arte di Mendrisio. Regia audio e curatela di Alan Alpenfelt.

Tramando Cesare Lucchini di Joséphine Bohr

Cesare Lucchini e Joséphine Bohr Presso il Museo d'arte di Mendrisio.

New York ’88 di Matteo Luoni

Cesare Lucchini e Matteo Luoni. Presso il Museo d'arte di Mendrisio.

Gehend Sein di Anne Haug (in tedesco)

Fiori di Tito Bosia

Cesare Lucchini e Tito Bosia Presso il Museo d'arte di Mendrisio.

L’idea dietro la performance è stata quella di porre autore, autrice di fronte all’artista stesso in uno stato di doppia-osservazione. Entrambi, hanno ascoltato la storia sonorizzata dalla voce dell’autore/autrice stessa, direttamente da una cassa mono piazzata in mezzo.
L’intento è stato quello di creare un artificio, traslando la testimonianza dell’autore/autrice verso un espediente tecnico, ricreando un parallelismo con l’artificio della tela, entrambi contenitori di storie che traggono la loro materia dalle biografie dell’esperienza soggettiva. Di conseguenza, sia per l’autore/autrice che per l’artista, l’ascolto del momento era un evento nuovo per entrambi, dove il rinnovato incontro li riporta a guardarsi e ascoltarsi, ora immersi nel connubio delle loro stesse storie, divenuta una.

 

Con il gentile contributo di: