Museo in Onda #03 – Museo Vincenzo Vela

30 agosto 2015
10.30 – 15.00 su Radio Gwendalyn.
Residenze radiofoniche di Radio Gwendalyn al Museo Vincenzo Vela.

Dalle 10.30 alle 15.00 le nostre speaker Chiara e Giulia hanno intrattenuto gli ascoltatori con un pomeriggio pieno di musica, interviste e speciali programmi composti in occasione della mostra su Marcello, Adèle D’Affry. Direttamente dalla Stanza Verde al Museo Vincenzo Vela la postazione mobile di Radio Gwen è stata una fantastica opportunità di scambio tra il pubblico del museo e gli ascoltatori radiofonici per approfondire il tema della discriminazione femminile nell’arte e nella società.

Interventi speciali 30 agosto

Una telefonata contraddittoria – monologo
A cura di Adalgisa Valvassori
10.45 – 11.05

Una telefonata di una ragazza alla sua amica dopo un colloquio di lavoro. Appena entrata in casa inizia a parlare intanto che posa le chiavi, chiude la porta, lancia le scarpe, toglie la gonna stretta, mette le pantofole, tira su i capelli, accende la radio/mette su un cd, apre il frigo, inizia a cucinare qualcosa, parla mentre assaggia, mangia, beve, fa pipì, tira lo sciacquone…
Un monologo a doppio taglio che mette in luce alcune delle piccole, minuscole ma numerose discriminazioni – soprattuto nell’ambito femminile – con cui conviviamo. Alcune di cui ci lamentiamo, altre che sono così radicate, così contraddittorie di cui nemmeno ci accorgiamo, a volte confondendole per dei diritti.
Un linguaggio quotidiano tratto da esperienze realmente accadute al telefono per dare spunti su cui riflettere.

Adèle non chiede giustizia – racconto audio
a cura di Cristina Danini
11.30 – 11.45

Adèle “Marcello” viene convocata al tribunale delle anime per ottenere giustizia per tutte le volte che è stata discriminata, si difende dicendo di non ritenersi tale. E chiude il suo discorso dicendo ai giurati (e a noi ascoltatori) che secondo lei sono ben altre le discriminazioni che dovrebbero preoccuparci oggi.

NOI DONNA – NOI UOMO – collage inchiesta
a cura di Daniele Bianco
12.00 – 12.15 / 12.30 – 12.45
Parte 1

Parte 2

Noi Donna- Noi Uomo è il risultato di varie interviste a donne e uomini di diverse età. Il programma si divide in due capitoli nei quali si avranno le testimonianze separate di donne e uomini. con una serie di riflessioni personali sul tema della discriminazione sessista.
Grazie ad un montaggio audio i diversi punti di vista andranno a comporre un’unica voce che come un flusso interno, un monologo, una dichiarazione esprimeranno i due, o più, lati del complesso rapporto tra sessi; tra esseri umani.

Alfonsina Strada: Il diavolo in gonnella
A cura di Nadia Corvino e Marina Usai
13.00 – 13.15

Si dice che l’emancipazione femminile sia passata attraverso la bicicletta. Se questo è vero, il titolo di promotrice del gentil sesso in Italia è da attribuire ad Alfonsina Strada.
Seconda di dieci figli, proveniente da una famiglia povera, fu l’unica donna ad aver mai partecipato al Giro d’Italia. Ammessa come strumento per destare curiosità nei confronti della manifestazione -che quell’anno rischiava di passare in sordina a causa della mancanza di nomi di spicco- Alfonsina diede vita a una rivoluzione della figura femminile nello sport.
Alcuni giornali pubblicarono la notizia della sua partecipazione cambiandole il nome in “Alfonsino” o in “Alfonsin” e lei venne omessa dall’elenco dei partecipanti nei giorni precedenti la partenza.
Alfonsina non ha niente in comune con il resto dei concorrenti se non il pettorale che gli è stato assegnato alla partenza, il numero 72. Destinata ad arrivare ultima ad ogni tappa, si conquistò il rispetto delle persone e di grandi ciclisti come Girardengo grazie alla sua forza di volontà. Il mondo sportivo però, caratterizzato da una forte impronta maschilista, non le permise di partecipare al Giro d’Italia nelle edizioni successive.
Il radiodramma mette in scena Alfonsina dal giorno della partenza, il 10 Maggio 1924, fino alla sua conclusione. Attraverso di lei osserviamo le reazioni delle persone al suo passaggio, gli insulti e le manifestazioni di sostegno e incredulità che l’hanno accompagnata, lo stupore di chi l’ha vista sfrecciare e di chi l’ha vista resistere ad ogni infortunio ed ogni foratura.
Nella tappa L’Aquila-Perugia arrivò fuori tempo massimo: Alfonsina venne squalificata e per questo le fu tolto il pettorale. Ma la stima e la fiducia che si guadagnò nell’affrontare la corsa convinse i giudici a farle terminare la gara. In particolare Alfonsina si guadagnò il rispetto e la stima di Emilio Colombo, direttore de “La Gazzetta dello Sport” e responsabile della sua ammissione al Giro, che la sostenne fino alla fine, aiutandola economicamente dopo la squalifica. Accanto a Emilio c’è anche Luigi, il marito che il giorno delle nozze le regalò la bicicletta con la quale affrontò questa impresa.
Cosa avrà pensato Alfonsina vedendo il suo nome sui giornali trasformato in quello di un uomo? Cosa le avranno urlato gli altri ciclisti superandola lungo le scalate? Quali saranno stati i suoi pensieri quando le gambe iniziavano a farsi pesanti e il fiato corto? Ne valeva veramente la pena? Ecco le domande che si presentano nella sua mente, mentre attraversa l’Italia, con i suoi colori e i suoi dialetti da nord a sud e mentre dimostra a se stessa e al resto del mondo che una donna ce la può fare.
Diviso in due puntate da quindici minuti, il radiodramma racconta attraverso Alfonsina, la presa di coscienza degli italiani riguardo il cambiamento del ruolo delle donne nel mondo dello sport e nella società.

Da grande voglio fare la maestra – inchiesta audio
A cura di Adele Raes
13.30 – 13.45

Che si nasce tutti uguali non e’ una novita. I bambini nei primi anni di vita vivono in una specie di limbo dove l’universo e’ tutto un’ arcobaleno e le parole maschio e femmina hanno lo stesso meravilioso significato di palla, latte e sole.
Esiste un’età in cui l’azzurro e il rosa diventano simbolo di qualcosa che differenzia i bambini dalle bambine?
C’è un punto in cui l’universo che circonda questi piccoli arcobaleni li costringe in un’immagine di se determinata in primo luogo dal loro sesso?
Un servizio che va alla ricera dell’idea che hanno i giovani di se e del proprio futuro come individui, o come maschi e femmine.

«Con altri occhi» propone la visita guidata dell’attrice Anahì Traversi
14.00 – 14.30
Ritrasmissione della visita guidata di Anahì Traversi

Terzo Tipo – radiodramma
A cura di Andrea Marioni
14.45 – 15.30
Parte 1

Parte 2

La volontà di “Terzo Tipo” è di esplorare la possibilità della discriminazione e dell’integrazione attraverso la figura dell’alieno.
La “pièce” sarà quindi dedicata alla situazione di un alieno abitante sulla terra che dopo svariati anni di soggiorno sul nostro pianeta desidera ritornare a casa. Purtroppo le autorità del suo luogo d’origine non riescono più a riconoscerlo e considerano il protagonista divenuto troppo “umano” e quindi non più adatto a vivere sul pianeta d’origine.
Attraverso un contesto di fantascienza Marioni approfondisce la questione dell’identità, di come essa sia modificata attraverso le necessità di adattamento ad un luogo, a come sia difficile tornare indietro una volta che questa mutazione è stata messa in pratica. La narrazione segue un protagonista e le sue domande durante un viaggio, non solo interplanetario ma anche identitario dove si rende conto del proprio percorso, dei propri cambiamenti e la sua rivolta a potersi considerare di appartenenza multipla. Si renderà conto della sua impotenza a far riconoscere questo dato di fatto e la sua condanna sarà di dover perdere ogni tipo di statuto e diventare un’identità illegale.