Primasch and the tzigan dreams’ collector – Hora !

Hora !

Primasch and the tzigan dreams’ collector
Superficelle Promotion

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Questa non è una recensione. Nemmeno un monologo.
di Flavio Stroppini

25 ottobre 2012. Notizie quotidiane. Una studentessa brasiliana ha messo all’asta la sua verginità. Un regista australiano ne farà un documentario. Un giapponese l’acquirente. Pioggia e freddo in arrivo, nonostante a Milano ci siano 18 gradi. Ieri il fiume Vedeggio, all’altezza di Torricella nel canton Ticino si è tinto di bordeaux. Bordeaux colore. Poi si è scoperto che si trattava di vino. I pesci ubriachi. Poi guerra, tangenti, mafia e decreti sulla libertà di stampa. La polizia rumena collabora alla chiusura di un postribolo svizzero. Mi hanno comunicato che esiste una versione di playboy in braille. Little girl suona. Primasch and the tzigan dreams’ collector. Penso al mondo. Ricordo un brano de Il profumo di Patrick Süskind: le strade puzzavano di letame, i cortili interni di orina, le trombe delle scale di legno marcio e di sterco di ratti, le cucine di cavolo andato a male e di grasso di montone; le stanze non aerate puzzavano di polvere stantia, le camere da letto di lenzuola bisunte, dell’umido dei piumini e dell’odore pungente e dolciastro di vasi da notte. (…) La gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati; dalle bocche veniva un puzzo di denti guasti, dagli stomaci un puzzo di cipolla e dai corpi, quando non erano più tanto giovani, veniva un puzzo di formaggio vecchio e latte acido e malattie tumorali. Puzzavano i fiumi, puzzavano le piazze, puzzavano le chiese, c’era un puzzo sotto i ponti e nei palazzi. Il contadino puzzava come il prete, l’apprendista come la moglie del maestro, puzzava tutta la nobilità, perfino il re puzzava, puzzava come un animale feroce, e la regina come una vecchia capra, sia d’estate sia d’inverno. Suonano loro Gasn Nigun. Suonano. Una carcassa di squalo al porto di Brindisi. Obama sembra avanti nell’Ohio. Il Papa annuncia un dialogo possibile tra chiesa e modernità. Mio padre imbottiglia vino nostrano. Per la città di New York le ballerine di lap dance non sono artiste. Poi vino, birra. Tziganoshka attacca. Veloce, rapida. Vortice. Seppellire. Risorgere. In continuazione. (Ora bisognerebbe ridere, se questo fosse un monologo). E invece no: ascoltiamo. Che a questo mondo bisogna stare. L’incipit del racconto Malinverno di Alberto Moravia scrive Non ho mai potuto soffrire il rumore dell’acqua corrente mentre tutt’intorno mormora la pioggia. Immaginiamo che l’acqua corrente sia il puzzo, la sequenza di informazioni ridondanti che ci assediano. Immaginiamo l’acqua corrente come il disturbo delle nostre giornate. Ecco. Immaginiamo. (Ora ci vorrebbe una pausa, se questo fosse un monologo). Ora togliamo, questa assurdità, questo rumore, questo puzzo. Resta il mormorio. Ascoltate Orientalishe Melody. Direi che ci siamo.