Swiss Label 2010

I Gwen-tentacoli iniziano ad arrivare ovunque. Due coraggiosi inviati, Andrea e Laura, si sono accollati l’onere, più che l’onore, di rappresentare Gwen all’ultimo Label Suisse, tenutosi a Losanna gli scorsi 17, 18 e 19 settembre.

Nonostante fossero alla loro prima “uscita”, sono ampiamente stati capaci di dimostrare ottime qualità, riuscendo, con un preavviso davvero minimo e mezzi di fortuna, ad intervistare OY, Aloan, Gotan Project,Sonalp, Orpheline e Moonraisers! Cosa aspetti? Se stai nel consiglio di amministrazione di qualche televisione famosa e piena di soldi, assumili subito!

(NdDirettore: ci scusiamo con i nasi più raffinati per la qualità “guerrilla” di alcune interviste, se non tutte, ma il nostro codice deontologico impone che non si possano organizzare appuntamenti con le bands in lussuosi alberghi o privés di qualsiasi genere. Godetevi quindi appieno questo genuino articolo!)

Il 17, 18 e 19 settembre si è svolto a Losanna il Label Suisse (simpatico gioco di parole: etichetta Svizzera / la bella Svizzera), un festival che ha come obiettivo quello di promuovere e far conoscere la scena musicale del nostro paese, proponendo un programma omogeneo tra artisti ancora sconosciuti al gran pubblico e qualche “tête d’affiche” già affermata.

Label Suisse è nato nel 2004 da un’idea di due responsabili dei programmi musicali della Radio Svizzera Romanda e tradotta infatti con il supporto della Città di Losanna. La manifestazione è proposta ogni due anni in alternanza con “La Schubertiade” d’Espace 2 (la Rete 2 romanda).

Durante questi tre giorni, il centro di Losanna si è trasformato in una vera scena underground popolare composta d’ogni stile e genere di musica proposto da artisti svizzeri. In effetti, i gruppi o gli artisti invitati a suonare devono almeno contare un membro tra loro con origini svizzere. Qualche eccezione è stata fatta per artisti internazionali ma solo e unicamente perché hanno stretti legami con la Radio Suisse Romande.

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Oltre a Radio Gwendalyn (l’unica radio presente di lingua italiana) bisogna rilevare che la copertura di tutto il festival è stata proposta in diretta dalla radiotelevisione romanda. Per la nostra Gwen è stato un immenso piacere scoprire e discutere con nuovi o già affermati artisti svizzeri al fine di potervi dare un assaggio di quanto successo in questi tre spettacolari giorni di festa.

La sensazione avuta durante questi tre giorni è stata la stessa che si percepisce quando si è ad un festival come il Paléo, il Gurten o il Gampel, ma al contrario di quest’ultimi, il festival è in pieno centro città dove nel raggio di 500-700 metri si possono trovare tre palchi, due Club ed una sala concerti dove, a parte per il sound-check, la musica non smette mai d’uscire dalle casse. Musica d’ogni genere, ma soprattutto musica nuova. In effetti, sui 6 palchi si sono alternati più di 150 gruppi e, a parte qualche eccezione, nessuno è stato banale. L’altra fondamentale differenza tra un classico festival e LabelSuisse è che quest’ultimo è completamente gratuito.

La maggior parte dei gruppi era di buona qualità musicale e con una buona presenza sul palco per contagiare con la loro musica il pubblico. Pubblico che sui tre giorni si è avvicinato, secondo gli organizzatori, a 100’000 persone, cosa abbastanza presumibile visto che il tempo è stato clemente e che il nostro occhio vedeva sempre e continuamente masse di gente sotto i vari palchi.

Da notare qualche gruppo o artista che, secondo la nostra opinione, si è distinto tra la massa. Vogliamo dunque ricordare Oy, che con il suo jazz elettronico mischiato al hip hop ci ha completamente fatti partire per un vero “trip”. Gli Aloan che ci hanno impressionato per l’energia mostrata su palco e per la precisione nell’esibizione, senza dimenticare pure la festa partita nel backstage con Lyn (la cantante), David (MC) dopo l’intervista.

Altre note positive ci sono state offerte dai Sonalp, perché sono riusciti a mescolare musica tradizionale delleAalpi con l’elettronica e strumenti da ogni dove ed i Bonaparte, gruppo elctro-punk, con solo un membro svizzero all’attivo, che hanno offerto uno spettacolo che possiamo definire “circens-trasgressivo”. Tanti altri gruppi sono state della buone, anzi buonissime scoperte che vi presenteremo in altre occasioni.

La nota dolente sono stati, a nostro avviso, i Gotan Project. Forse perché le aspettative erano troppo alte, o forse perché eravamo abituati a sentirli con musica prodotta in studio. Sta di fatto che gli strumenti come la tromba, le due chitarre e il violino, secondo il nostro umile parere, non sono stati utilizzati secondo il loro potenziale. Solo la fisarmonica ci ha dato soddisfazione. Il concerto è stato comunque nel suo insieme gradevole.

L’edizione numero quattro è oramai finita e già s’inizia a pensare alla prossima, perché questo festival non solo ha una programmazione musicale di buona qualità ma permette pure di scoprire gruppi e artisti che difficilmente si riescono a conoscere attraverso i classici canali di comunicazione. Tutto ciò per dire che pure in Svizzera c’è molta e buona musica che spesso fa fatica a uscire dalla sale prova o dalle regioni di provenienza ed è un problema che festival del genere aiutano a risolvere in parte.

Per farvi conoscere meglio qualche gruppo o artista, vi proponiamo d’ascoltare le interviste fatte durante il festival e per i vostri occhi, vi proponiamo qualche immagine dal festival.

da Losanna,

Andrea e Laura

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