Tago Fest 2010

Quando la lava si diffonde dopo l’eruzione, brucia tutto e si deposita intorno al vulcano indurendosi in un ammasso di apparente roccia morta.

Tutto è fermo, nulla più respira. Eppure questo elemento che prima era fuoco, poi roccia fluida e poi con la produzione della cosiddetta acqua juvenile diventa solido, attraverso le sue proprietà chimiche e fisiche, tra cui il potassio e l’elevata porosità, si propone come una terra fertilissima per la ricrescita di piante e vegetazione. Un po’ come in uno dei primi frammenti di Eraclito “metamorfosi del Fuoco: dapprima mare, e metà del mare terra, l’altra metà aria infuocata“.

E ancora dal filosofo del divenire, sostiene che la costante guerra è necessaria e onnipresente come regola che sorregge l’universo caratterizzato da un’armonia dettata dall’unione degli opposti in tensione tra di loro, come un arco o una lira, funzionano fin tanto che la struttura data dal contrasto e dalla tensione degli opposti regge.

Scendiamo ora dalle simbologie cosmiche e ci dirigiamo a Massa, in Italia, famosa per il via vai di marmo. Infatti uscendo dall’autostrada ci si imbatte per iper centri commerciali che fungono da rifugi d’emergenza dall’aria infuocata, strade, case desaturate. Sono tutti in ciabatte, i tedeschi sono smarriti, e poi automobili, motorini, e sempre marmi.

tagofest_21Marina di Massa Marina di Massa

Intorno a Massa ci sono zone balneari anche abbastanza conosciute, come Forte dei Marmi, e comunque delle belle spiaggie con la sabbia da cartolina, gli ombrelloni “Ctrl-C + Ctrl-V”, alberghi stra-kitsch ma ottimi per un weekend di sesso-basta-che-ci-siano-i-ventilatori. Ad ovest le montagne dove passeggiare nelle zone protette o appiccare un fuoco doloso. Insomma, ci sta. Tutto quadra. Un posto da vacanza, per oziosi.

Al mattino, appena arrivati dopo la partenza notturna e numerosi rischi per colpi di sonno (don’t try this on the highway!), ci fermiamo in un parcheggio a caso e depositiamo i nostri asciugamani a-simbolici, mostriamo al resto dei cadaveri i nostri muscoli flaccidi e ci buttiamo nel mare. Che dire, il mare io lo concepisco come un terrificante strumento della natura che inghiotte le navi, nasconde mostri marini e pericoli inaspettati, si abbatte contro scogli con onde alte decine di metri e generalmente è fonte di ispirazione mentale e freschezza fisica. A Massa, dopo due tuffi sforzati ed un’esplorazione del fondale marino (mi sono spinto fino a un metro?) senza trovare niente, mi sono fermato per una decina di minuti a fissare una famiglia felice che giocava a palla. Ma davvero felici, genuinamente felici. Io nella vasca da bagno, loro nel mare.

Questo comune o località è davvero curioso/a. Credo che, su una scala da 1 a 100, la sua attrattività si aggiri intorno a 2, ma senza voler essere cattivo, è un giudizio di pancia. Se ci si dirige verso le spiagge comunali, ovvero libere, è come entrare nelle fotografie di Sarajevo del ’94 con delle aggiunte di architettura fascista. Un ammasso di apparente roccia morta. Un caldo insopportabile e persone che potrebbero aver sempre vissuto lì, in quella posizione, con quei vestiti, con quella incomunicabilità. Giuro che non ho mai visto, a parte Bucarest (ma quella è anche una capitale e quindi le cause sono diverse), un luogo così assente, nullo. Magari la cittadina di Gummo…

Eppure il festival delle etichette ultra-indipendenti italiane si svolge lì, in via Stradella, davanti a un rivenditore di Tutto. Secondo me non è neppure indicizzato su Googlemaps. Uno dei fulcri di creatività musicale underground italiana nasce e permane proprio nell’ammasso di magma fertile. Non può che essere così, è una vera legge cosmica.

 

Come una grande famiglia, ci si conosce quasi tutti e ogni anno le etichette portano i loro nuovi gruppi o creazioni e dalle 17.00 iniziano a strimpellare, urlare, canticchiare, sintetizzare, muovere, sudare, vibrare, spaccare tutto. E’ fantastico. L’armonia sonora qui è qualcosa di sorpassato, e si discende la scala ai piani primordiali del suono dove è necessario solo il coraggio. Ma si sorride molto perchè è bellissimo.

E’ stato per noi due gwendalini difficile seguire ogni mossa, ogni nota, ogni etichetta. In fondo c’era da aspettare 90 minuti in coda per una pizza e perdersi tra gli infiniti dischi presenti. Abbiamo perciò optato per uno sguardo generale e ricercato qualche curiosità.

Questo festival, come ormai è consueto per qualcunque ammasso di bella gente e produzione di musica, è stato preso a frecciate da chi si definisce “per bene” e si è lamentato per l’eccessivo volume. Nel 2009, alla seconda serata sono arrivati i carabinieri e hanno detto “cattivi cattivelli, la gente deve dormire, chiudete tuttto o vi mandiamo in catene nella Guinea Francese”. Perciò quest’anno, sommati vari problemi finanziari, è rischiato di saltare il sesto appuntamento. Ma visto che ci si trova a Massa e vale la legge cosmica di Eraclito, era inevitabile che si svolgesse.

(Ma perchè è sempre così? Perchè anche al Compleanno del Murrayfield Pub i bravi Leeches hanno suonato solo due pezzi perchè dei pezzi di altre sostanze hanno stabilito che un volume così è intollerabile? E al Festate? E il Rototom? E ad altre feste e festival che non conosciamo? Io nella Guinea Francese ci voglio andare in vacanza, non in catene. A chi questo da molto fastidio o è cattolico da poco dopo nascita, clicchi qui)

Comunque sì, il Tagofest si è svolto e quest’anno è stato impostato con meno gruppi e a mio avviso è stato un ottimo evento. La scelta degli artisti ha avuto un fluire senza interruzioni e non sono mancate le sorprese come gli Zu, band romana di impressionante talento e potenza ritmica, da rimanere a bocca divaricata. Non per niente hanno richiamato le orecchie di Mike Patton all’All Tomorrow’s Party nel dicembre del 2008.

(Zu @ Tagofest 2010)

Per la presenza elvetica, la Pulver un Asche ha inviato il paladino ticinese di musica d’avanguardia Zeno Gabaglio (l’anno scorso si sono esibiti i Nufenen). E dal resto dello Stivale sono arrivati gruppi e artisti dalla seguente lista di etichette, che ci sembra giusto e doveroso elencare:

51beats
Afe
Bar la Muerte
Betularia
Bloody Sound
Boring Machines
Bosco rec
Brigadisco
Bug Foot Records
Burp Enterprise
Cervello Meccanico / Superamici
Chewz
CX records
Dizlexiqa
Eaten by Squirrels
Ecletic Polpo
Escape From Today
Fooltribe
Recycled Music
Fratto9 under the sky
Fromscratch
Grey Sparkle
HysM?
I Dischi del Minollo / Shuffle Distro
i Dischi di plastica
il Verso del Cinchiale
Imago Sound
In the bottle
Lepers
Lisca
Lizard
Locomotiv rec
Marinaio Gaio
Marsiglia
Mashhh
Mescaleros
Miavagadilania
Monster rec
Moriremo Tutti records
Musica per organi caldi
Niente rec
NO=FI
Nojoy records
Palustre
Presto!?
Pulver und Asche Records
R!SVP Records
Sanguedischi
Scriveremale
Shyrec
Smartz
Snowdonia
Sometimes rec
Spettro rec
Subcasotto/Casa Blasè
Subsound rec
Suonisommersi
To Lose la track
TOXORecords
Second Family Records
Trips und Träume
Untouchable woman
Upupa
Viande
Zero Sonico

Siamo molto contenti che ci siano queste manifestazioni perchè sono piccole, sono labirintiche, sono indipendenti ma contengono una quantità concentrata e in espansione di arte, grida, bellezza, e di Umani. E se spariscono, rinasceranno inevitabilmente da qualche altra parte, dove apparentemente non cresce nulla.

Qui di seguito, una breve galleria fotografica dedicata alla figura del batterista.

Guarda tutto le foto su Flickr


Qui invece trovate alcuni clip di alcuni momenti del Tago, sempre senza cavalletto, ahimè…


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