No more good time in the world for me – J. B. Smith ****°

Dust to Digital

Coniglio-recensione-4 e mezzo

La Dust to Digital è un’etichetta favolosa di casa ad Atlanta nel Georgia, USA. Ce li aveva fatti conoscere Luca Viviani (presidente Pulver und Asche Records) durante un suo speciale di due ore al Gwenstival, due anni fa.
La loro specialità e rimettere in circolazione, recentemente sempre più su vinile, musiche da tutto il mondo dagli anni 70 in giù.

Difficile elencare le uscite in un solo articolo ma si va da pezzi perduti di rock ‘n roll cambogiano a malinconiche canzoni folk del profondo Sud.

No more good time in the world for me esce come CD Digipak con libretto di 36 pagine contenenti foto di J. B Smith e le note di Nathan Salsburg.
Bruce Jackson era uno degli ultimi folkloristi a registrare dal vivo “work songs”, musiche dai lavori forzati. Nel 1964 incontrò Johnnie Smith in una fattoria statale nel Texas. Stava scontando la sua quarta condanna, matricola 130196. Smith usava inventare canzoni per riempire il tempo durante i lavori dove si raccoglievano cotone o zucchero di canna. Erano canzoni di ogni giorno, li chiamava le sue “little ‘ol songs”, di cui una poteva durare fino a 22 minuti. Quando venne liberato andò a suonare in vari festival dove incontrò e suono insieme a Robert Pete Williams e Muddy Waters.

Le registrazioni di questo disco contengono 18 pezzi tra cui anche momenti di parlato e pensieri di Smith, emozionanti suoni soul inzuppati di  sensibile spiritualità. Una forte testimonianza storica di una zona dell’America legata al suo triste patrimonio di estreme tradizioni e schiavitù in cui oggi traspara ancora razzismo verso la società afro-americana.

Gwen.