Pardo 2015 – TIKKUN ****°

 di Avishai Sivan
“Try to fix something that go wrong”

Israele – 2015 – 120′
con Aharon Traitel, Khalifa Natour, Riki Blich, Gur Sheinberg, Omri Fuhrer, Shani Ben Haim
Produzione: Plan B Productions Ltd., The Mouth Agape, United King Films
Prima internazionale

Coniglio-recensione-4 e mezzo

Siamo a Gerusalemme. Haim-Aaron, ragazzo ultraortodosso vive in famiglia e studia per entrare nella vita adulta ebraica. Insieme a lui scopriamo le tradizioni, gli usi e i costumi di un mondo privatissimo e a cui accedere non è possibile se non per diritto di nascita.

La sua vita scorre come tante, fino a quando ha un incidente nella doccia. L’acqua finisce improvvisamente, egli aspetta che torni, ha un’erezione, si sta per toccare ma si blocca, è timorato. Un dio terribile lo ferma. Riparte d’un colpo l’acqua, ma è bollente. Egli colpito cade, picchia la testa. Muore. Arrivano i soccorsi, cercano di rianimarlo, invano. Il padre disperato si lancia sul suo corpo e in un ultimo sforzo, qualche costola si spezza e il figlio ritorna a vivere. Ma la vita di entrambi viene sconvolta.

Haim-Aaron si sente un morto tra i vivi, a scuola, a casa, nel suo privato. Cammina forsennatamente in cerchio perché così i pensieri vanno via, invita il fratellino a fare lo stesso.

Incominciano dei pellegrinaggi in autostop, incontra svariate persone, scopre la città, parla poco, dice a chi lo prende: “scendo dove vuoi tu”. Un uomo sta andando in un bordello e ce lo porta. Una prostituta a seno nudo lo prende per mano, egli si nasconde, poi si fa trascinare. Sulla soglia della stanza le chiede il nome, lei non vuole perdere tempo, lui rinuncia e dà i soldi a un clochard.

Sempre in autostop, incontra una donna alla guida, intimidito le confiderà le sue attenzioni e scenderà dall’automobile.

Il padre ha una visione, un coccodrillo esce dal water, dice: “non hai rispettato la volontà di Dio”.

Altri accadimenti al figlio. Gran finale: Haim-Aaron vaga per la strada. Una nebbia peggio che padana, un incidente: la donna alla quale si era confidato investe un cavallo, la macchina si ribalta, muore il cavallo, anche la donna. Muore con la gonna alzata, senza mutande. Il primo piano di una vagina, che Haim-Aaron vede per la prima volta. La tocca per la prima volta. Si annusa le dita. Una macchina della polizia: “Rallenta non si vede niente!” dice un poliziotto all’altro.  Haim-Aaron viene travolto. Torna morente a casa. Il fratellino gli dice che si è pisciato sotto nel suo letto, “fa niente”, si sdraia, la madre vuole chiamare i soccorsi per salvarlo, il padre la ferma, lo lascia morire.

Ogni scena è un riquadro perfetto (come lo erano quelle di un altro regista, molto lontano da questo: Joao Cesar Monteiro). In due ore di film, la telecamera si muove due volte soltanto, una di troppo. Un film quasi perfetto.

A cura di NN.